BRER-AI
L'ENFANT AFRICAIN
Elia Villotta
prompt AI: “beautiful young contemporary black woman, African art, black culture, round face, meditative, deep, moody, genderless, asexsual, like an angel, interior space"

Enfant gras
Amedeo Modigliani
1915
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L’enfant gras” (letteralmente “bambino in carne”) è un’opera realizzata in olio su tela nel 1915 da Amedeo Modigliani. Il dipinto è attualmente conservato presso la Pinacoteca di Brera assieme ad altre due sole tele del pittore livornese.
Prima di entrare a far parte della collezione del museo milanese, la tela era appartenuta a Paul Guillaume, celebre collezionista e gallerista francese (egli stesso fu ritratto in una famosa opera da Modigliani), per poi venire acquistata nel 1938 dal critico italiano Lamberto Vitali, presso la galleria Barbaroux di Milano. Come affermato nel titolo, riportato sulla tela in alto a sinistra (una consuetudine per Modigliani), l’opera ritrae un giovane volto in carne, rappresentato dal pittore in una posa serena e solenne.
Il ritratto è emblematico dello stile di Modigliani: i tratti del somatici sono dipinti con semplice eleganza, attraverso una raffinata stilizzazione delle forme anatomiche, in grado di conferire al volto una grande potenza espressiva. Gli occhi privi di pupille, un tratto ricorrente nella ritrattistica di Modigliani, non fanno che accentuare la profondità introspettiva del volto, mentre il collo allungato e i lineamenti puri, quasi arcaici, ricordano l’opera dei pittori gotici e rinascimentali senesi, dei manieristi, tanto ammirati dal pittore. Il ritratto è permeato da influenze primitive, ricche di suggestioni culturali che spaziano dal primitivismo africano dell’arte “negra”, sino ai richiami arcaici all’arte cicladica e greca antica. I colori utilizzati da Modigliani sono caldi e saturi mentre il tratto astratto e vibrante rivela la rapidità di esecuzione, al contempo omaggiando le influenze contemporanee all’artista, quali Cezanne, Toulouse-Lautrec o Picasso.

L’Enfant Africain
Elia Villotta
2024
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L’opera, realizzata utilizzando l’intelligenza artificiale sulla piattaforma Dreamstudio, nasce dall’idea di immaginare quale aspetto avesse potuto avere una giovane donna africana ritratta da Amedeo Modigliani al giorno d’oggi, partendo dalla tela “L’Enfant gras”, conservata presso la Pinacoteca di Brera.
La re-interpretazione della tela si sviluppa a partire dalle ambiguità del soggetto rappresentato. Per quanto concerne il titolo della tela, questo fa riferimento ad un robusto bambino, mentre le fattezze della figura rappresentata dal pittore sono riconducibili a quelle di una giovane donna dal volto tondeggiante e dai grandi occhi. Per questo motivo, tenuto conto che secondo l’opinione di alcuni studiosi la tela è un bozzetto preparatorio per un successivo ritratto femminile, la nuova interpretazione digitale della tela rappresenta una giovane donna dai connotati e lineamenti delicati, facendosi espressione di un nuovo modello estetico e culturale che propone una concezione più fluida dell’identità di genere. Una ulteriore ambiguità è inoltre costituita dall’utilizzo di opere dell’arte africana come riferimento dagli artisti vissuti a cavallo fra ottocento e novecento. In particolare, l’arte africana ha avuto una profonda influenza sull’opera pittorica e scultorea di Modigliani: i volti rappresentati dal pittore ricordano spesso le fattezze delle maschere africane e richiamano l’arte primitiva, nonché la scultura e pittura delle culture arcaiche del mediterraneo. Da ciò la scelta di immaginare quali avrebbero potute essere le fattezze di un soggetto appartenente a quella cultura che aveva destato tanto interesse su Modigliani e i suoi contemporanei, qualora fosse stato dipinto dal pittore.
L’opera re-interpretata attraverso l’intelligenza artificiale mantiene dunque un dialogo con l’originale, da un punto di vista cromatico e stilistico, rielaborando liberamente le fattezze del soggetto in chiave contemporanea.
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