1516
 

L’opera, realizzato da Cima da Conigliano nel 1516, è una sacra conversazione veneziana ambientata in un luminoso loggiato con due aperture sul paesaggio ai lati. La figura centrale é San Pietro, il primo papa della Chiesa Cattolica, rappresentato in una ricca veste bianca; ai suoi piedi sono presenti le chiavi del regno dei cieli, il suo più antico attributo. Ai lati sono raffigurati i santi Giovanni Battista, con l'abito da eremita e la croce da cui pende il cartiglio con la scritta Ecce Agnus Dei; a destra San Paolo, con la spada, il libro e il mantello tipicamente rosso. 

La luce é morbida e naturale, l’artista utilizza la tecnica del chiaro scuro per dare maggior risalto e forza espressiva alle figure. 

2024
 
L’opera ha l’obiettivo di dimostrare come l’intelligenza artificiale possa essere un importante strumento di comunicazione nella realizzazione di un'immagine portatrice di un messaggio immediato. In questo caso, partendo dal quadro originario, di cui viene ripresa la composizione tripartita con la presenza di una figura centrale di riferimento, lo scopo é una denuncia sociale riguardo al tema dell’indifferenza nei confronti della guerra. Il soggetto centrale rappresenta l’estetica e l’attaccamento alla materialità che caratterizzano la nostra società, mentre ai lati vediamo due individui: una donna sulla sinistra intenta a guardare dei vestiti e un uomo che cammina tranquillamente per strada. Sullo sfondo, nei due riquadri posti lateralmente, sono raffigurati degli aerei di guerra e il fumo di una bomba appena sganciata, simboli della distruzione che, nonostante sia davanti ai nostri occhi, decidiamo di non guardare. Le vite continuano normalmente, mentre vicino a noi sta avvenendo un conflitto di cui i giornali e gli strumenti mediatici parlano sempre meno, e che ci sembra così lontana da poterci permettere di non preoccuparcene. I colori molto chiari dell’immagine riprendono quelli del quadro originale, in cui dalla coerenza e spiritualità dell’opera, si ricerca in questo caso un contrasto tra la normalità in primo piano e l’atrocità della guerra sullo sfondo.