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BRER-AI
RIFIUTO DI GESÙ AL TEMPIO
Elisa Grimoldi
prompt AI: "Un dipinto di un gruppo di persone intorno ad un bambino, tutti odiano il bambino, volti arrabbiati, in primo piano una donna, tutto inquadrato in un’architettura decadente rinascimentale, forte senso di spiritualità dato dalla luce."

Presentazione della Vergine al tempio
Romanino (Gerolamo Romani)
1529
È nella quiete solenne di un tempio rinascimentale che Romanino vuole rappresentare l’episodio della Presentazione di Gesù al tempio, interpretando la scena come un viaggio visivo ed emotivo all’interno di un momento di intensa sacralità e umanità. I protagonisti della scena sono inquadrati nell’architettura di questo tempio monumentale che occupa maestoso la parte alta della tavola con i suoi marmi dai colori terrosi; al di sotto dell’arco rinascimentale, risaltano i colori vividi delle vesti dei personaggi che partecipano alla presentazione di Gesù disposti secondo una composizione simmetrica e dinamica. Al centro dell’opera il vecchio Simeone regge Gesù bambino e, affianco a lui, la profetessa Anna porge due colombe in dono; sul lato sinistro, le figure di Maria e di Giuseppe, posto in secondo piano ad esprimere la sua umiltà, sono raffigurate con estrema delicatezza e armonia. Sul lato destro emergono due figure con barbe lunghe dai volti e molto ben definiti, molto probabilmente ispirati dai volti dei committenti dell’opera ritratti, quindi, come personaggi partecipi della scena. La disposizione delle figure, grazie alla loro gestualità pacata e ai loro sguardi, crea un senso di movimento e interazione interna che coinvolge lo spettatore invitandolo a partecipare alla spiritualità e alla solennità del momento. Una componente fondamentale che rende possibile questo trasporto emotivo è la luce che illumina le figure: essa, che sembra provenire da una fonte naturale, fa emergere sia la tridimensionalità dei corpi che l’espressività dei volti e dei gesti dei protagonisti, donando all’intera composizione una marcata sacralità, rappresentata anche dai simboli sacri presenti nel quadro (la candela accesa al centro della tavola e le colombe portate in dono da Anna).
Il simbolo che Romanino ha voluto rappresentare è il passaggio dalla fede ebraica, rappresentata da Simeone e Anna, alla nuova fede cristiana, il Vecchio Testamento che accoglie e abbraccia in Nuovo rappresentato invece dal piccolo Gesù.
Questo viaggio tra il divino e il quotidiano dove Romanino mostra la sua abilità artistica, ci invita a riflettere sulla nostra spiritualità e a partecipare alla sacralità del momento. L’autore, quindi, non solo ci dona un’opera d’arte, ma ci rende partecipi di un viaggio di fede e di bellezza.

Rifiuto di gesu al tempio
Elisa Grimoldi
2024
Una scena drammatica e intensa intrisa di odio e sgomento. È questo quello che Rifiuto di Gesù al tempio vuole rappresentare in una scena espressiva e carica di emozioni, in contrasto con una serena e pacata composizione dell’opera di ispirazione. Tutta la composizione dell’opera è basata sui contrasti tra i colori accesi delle vesti dei personaggi in primo piano, i colori terrosi dello sfondo architettonico, dove un’imponente cattedrale Rinascimentale è ormai lasciata alla mercè del tempo, e i giochi di luce e ombre che fanno emergere la tridimensionalità delle figure. Al centro dell’opera troviamo Gesù bambino tenuto tra le braccia di un uomo anziano, il quale si ritrova con uno sguardo smarrito nel mezzo di una folla rabbiosa. Alla loro sinistra una donna inginocchiata guarda verso lo spettatore come ad interrogarlo su ciò che sta accadendo alle sue spalle. Il fulcro dell’immagine, illuminato da una forte luce teatrale, è il bambino: egli si trova terrorizzato all’interno di un contesto che non gli appartiene, vittima inconscia del rifiuto e della rabbia di ciò che lo circonda. I personaggi della folla, caratterizzati da una gestualità sprezzante e quasi deformante, calano lo sguardo al centro del quadro esprimendo emozioni che variano dall’ostilità all’indifferenza rispetto a quello che il piccolo Gesù rappresenta. La luce gioca un ruolo cruciale nell’opera, trasmettendo un forte senso di spiritualità che va in conflitto con la negatività delle parti in ombra. Questo turbinio di emozioni, espressività e contrasti, travolge lo spettatore lasciandolo quasi inorridito davanti ad un giudizio tanto crudele su qualcosa di tanto puro ed innocuo. Il tema principale di quest’opera sono le emozioni: esse sono espresse perfettamente e quasi esasperate dai volti dei personaggi. L’esasperazione porta chi osserva l’immagine a soffermarsi su tutti i differenti sguardi dei personaggi, ritrovando tra essi forti componenti umane, tutte estremizzate per far valere la drammaticità e la tensione della scena. In questo modo viene trasmesso in maniera ancora più forte il messaggio che l’autrice vuole portare.
Riprendendo la Presentazione di Gesù al tempio di Romanino, quest’opera vuole esprimere il significato opposto rispetto alla precedente: il conflitto tra la purezza del bambino, attonito mentre è vittima della scena, e la corruzione del mondo che lo circonda, rappresentato dai volti e dai colori scuri dei personaggi in secondo piano. La religione, rappresentata da Gesù bambino, non viene accolta ma viene giudicata severamente e negativamente dai personaggi dell’opera, facendolo sentire escluso e fuori luogo.
Tramite quest’opera di protesta lo spettatore è testimone delle discriminazioni religiose avvenute nel corso della storia e che, purtroppo, ancora oggi sono presenti. È un invito a non rimanere indifferenti davanti a questa bruttura della società e accogliere la domanda che ci pone la donna in primo piano: «Che cosa faresti tu?»
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