BRER-AI
INDIFFERENZA CONDIVISA
Valeria Colombo​
prompt AI: “group of tv journalists, dead body, homeless, white blanket, cameras, smartphones, led lights, wearing black clothes, people walking, girl pointing, brown dog, artificial light, candles, help sign, mortality, in muted colours, funeral, arched openings, urban context"

La morte di San Girolamo
Lazzaro Bastiani
c. 1485
​
«La morte di San Girolamo», esposta oggi nella storica Pinacoteca di Brera di Milano, nel quartiere omonimo, fu realizzata da Lazzaro Bastiani (Padova, 1429 – Venezia, 1512) e racconta le cerimonie funebri di San Girolamo.
L'opera, insieme alle due tavole raffiguranti «San Girolamo nel deserto» e «San Girolamo porta il leone al convento», costituiva la predella della Pala di San Girolamo, tutt'oggi conservata nel duomo di Santa Maria Assunta di Asolo e datata dalla critica al 1485 circa. Nel primo episodio della vita di San Girolamo (Stridone, 347 – Betlemme, 420), il santo toglie una spina dalla zampa di un enorme leone, in un Egitto stranamente veneziano malgrado le palme; nel secondo, il santo, che vive in una grotta, contempla un Crocifisso dal corpo curiosamente realistico. «La morte di San Girolamo» rappresenta l'ultimo episodio, quello del suo funerale. Il rito funebre è ambientato nella piccola cappella del convento, che comunica con un cortile interno caratterizzato da una fuga prospettica di archi sorretti da colonne. Alla cerimonia di commiato dal defunto, collocato a terra e rappresentato con una lunga barba bianca, assistono i confratelli dolenti avvolti in lunghi mantelli. Sofferente per la morte del padrone partecipa alla scena anche il leone, che, secondo la Legenda Aurea, non lo avrebbe mai abbandonato dopo essere stato da lui guarito dai rovi conficcatisi nelle zampe.
La tela si distingue per un rigoroso impianto prospettico e una pronunciata tendenza geometrizzante nell’organizzazione degli spazi, mitigata però da una certa spigliatezza narrativa, specie nella resa delle diverse pose ed espressioni.
Tra i personaggi rappresentati vi sono San Girolamo, un sacerdote, e diversi frati, mentre il leone, le candele accese e vari oggetti liturgici come il crocifisso, l’altare, una navicella porta incenso e un turibolo completano l'ambientazione all'interno della cappella.

Indifferenza condivisa
Valeria Colombo
2024
​​
"Indifferenza Condivisa" raffigura il corpo senza vita di un clochard, steso a terra e coperto da un lenzuolo bianco. La scena si svolge in un contesto urbano indefinito, che potrebbe rappresentare i margini di una qualsiasi strada di una metropoli, trasmettendo un senso di anonimato e alienazione.
Un gruppo di giornalisti si raduna attorno al cadavere e, privi di qualsiasi rispetto per il defunto, riprendono la scena con telecamere e flash accecanti. I loro volti, distorti in espressioni di morbosa curiosità e cinismo, contrastano con la dignità silenziosa del morto, un uomo con una folta barba bianca e il volto segnato dalla vita dura. Ai suoi piedi, un cartello che chiede aiuto e delle candele spente, simboli di una richiesta di attenzione ignorata.
Nell'angolo sinistro dell'opera, un cane accucciato veglia fedelmente il suo compagno deceduto, rifiutando di abbandonarlo.
Sulla scena sono presenti anche dei passanti che camminano frettolosamente, indifferenti alla tragedia che si consuma sotto i loro occhi. Solo una bambina si ferma ad osservare attentamente il corpo e lo indica alla madre, che, però, la allontana afferrandola per un braccio.
Sul muro di sfondo si scorge la sagoma di un crocifisso: come un pallido ricordo di una fede ormai sbiadita, rappresenta la caduta della speranza e la perdita del conforto spirituale. La sua presenza silenziosa si erge come un monito della disillusione collettiva, riflettendo un mondo in cui la sacralità è stata relegata ai margini dell'esistenza quotidiana. In questo contesto desolante, la morte del clochard non trova né redenzione né conforto.
![]() | ![]() |
---|